lunedì 4 febbraio 2013

MUSICA & FOLLIA nelle 6 CORDE

(MU)SiCk P. al Palazzo Braschi, Roma per la seconda serata del Festival Musica e Follia nelle 6 corde, organizzato dal M° Massimo Delle Cese presidente dell'Accademia Romana della Chitarra.
Per l'occasione il concerto è stato diviso in due parti: una prima per chitarra sola e la seconda per chitarra e percussioni.














PROGRAMMA:

I pt.
Domenico Scarlatti (1685-1757)          Sonata K 208
Maurice Ohana (1913-1992)               Tiento
Agustin Barrios Mangoré (1885-1944)       La catedral 
(Preludio "saudade", Andante religioso, Allegro solemne)
Sergio Sorrentino (1983)         Aforismi I e II
Gaspar Sanz (1640-1710)      Suite española 
(Españoletas, Gallarda y Villano, Danza de las hachas, Rujero y Paradetas, Zarabanda al ayre español, Passacalle de la cavalleria de Napoles, Folias, La Miñona de Cataluña, Canarios)

II pt.
(MU)SiCk project                         Zahir 
(MU)SiCk project                         One for André Breton
(MU)SiCk project                         Shanghai 10
Egberto Gismonti (1947)                Palhaço
Sergio Sorrentino (1983)               Dripping I  
(MU)SiCk project                         A vela ru mari
(MU)SiCk project                         The sushi cooker


domenica 25 novembre 2012

Festival di NUOVA CONSONANZA

Nell'ambito della manifestazione "The Cage After" si è svolto a Roma il Festival di Nuova Consonanza. 
(MU)SiCk p. hanno preso parte al gruppo di interpretazione Metadiapason, eseguendo "Variations II" di John Cage e "Omaggio a Scelsi" Gruppo improvvisazione Nuova Consonanza.




domenica 18 novembre 2012

ROMA GUITAR FESTIVAL

Per l'occasione: 

 2 anteprime assolute - M° Sergio Sorrentino
"Dripping I" 
"Aforismi (per chitarra sola)"

L'arrangiamento del brano "Music for Marcel Duchamp" J.Cage

"Studio n.19" M.Gangi


Un ringraziamento a Marco Del Greco

domenica 11 dicembre 2011

nOTE DI nATALE

Anche quest'anno (MU)SiCk project  sarà impegnato nella manifestazione Note Di Natale, organizzata dall'Istituto pareggiato G.Braga di Teramo con il sostegno del Comune di Teramo e della Fondazione Tercas. Cinque saranno le chiese in cui si esibirà il duo: Santa Maria in Cartecchio, Santa Maria Assunta di Colle S.Maria e S.Anastasio di Piano D'Accio, San Rustico di Cerreto, Madonna delle Grazie di Frondarola.

PSSS PSSS PSSSS







giovedì 1 dicembre 2011

PAUL MOTIAN (1931-2011)

Courtesy of Drummerworld
E' praticamente impossibile descrivere lo stile con cui Paul Motian si è imposto nella storia della musica e della percussione. Così come non sarà mai efficace il resoconto di una conversazione. Ogni momento, musicale e non, cela sensazioni, imprevisti, incertezze, esclamazioni che anche se esattamente ripetute perdono la loro essenza e la loro efficacia. Il suono di Motian è frutto dell'attimo in cui viene in essere, perciò può essere solo ascoltato. Fortunatamente il numero di registrazioni live e studio è copioso!

Riporto qui di seguito il link di una sua intervista in cui Motian ripercorre tutta la sua carriera:

http://tedpanken.wordpress.com/2011/11/23/r-i-p-paul-motian-1931-2011/


Cito tre registrazioni, a mio avviso, rappresentative.

Motian-Lovano-Frisell
IT SHOULD'VE HAPPENED LONG TIME AGO

ecm 1985


Crispell-Peacock-Motian
AMARYLLIS

ecm 2000

Lossing-Schuller-Motian
AS IT GROWS

hatology 2004

BILLY MARTIN "STARLINGS" tzadik

Questa è la prima di una serie di post riguardo dischi o musicisti che in qualche modo hanno influenzato o stanno influenzando il lavoro dei (MU)Sick Project. Le recensioni avranno un colore ed un carattere diverso rispetto ai post riguardanti il progetto.


Starlings è il disco solista di Billy Martin, il dinamico e creativo batterista dei Medeski,Martin & Wood. I brani, originariamente composti e registrati per mbira africana, sono stati arrangiati per ensemble cameristici da Anthony Coleman, grazie all'intercessione dell'inarrestabile John Zorn. La composizione dei brani è avvenuta attraverso una scrittura ritmica particolare, fino ad oggi utilizzata da Billy nei suoi gruppi di percussioni. Principalmente si tratta di ripetizione di uno o più pattern ritmici, a volte anche molto semplici, ma che uniti tra loro creano un tessuto ritmico molto efficace. Nel caso dei gruppi d'archi e di ottoni, in Starlings, è stato richiesto ai musicisti di improvvisare seguendo comunque le dette strutture ritmiche. Ai brani cameristici, se ne aggiungono due per ensemble di percussioni diretti da Martin ed uno per mbira. In "Stridulation" i suoni acuti dei piccoli legni evocano il suono delle cavallette ed il loro intersecarsi ritmicamente; con un ascolto attento  ci si renderà conto di essere di fronte a suoni e rumori facilmente individuabili in natura, soltanto che Martin è riuscito a coglierli, a comprenderli ed ad arrangiarli alla stregua di semplici parole in un ambiente affollato.
Ne è derivato allora un disco in cui ogni brano è una piccola miniatura, un'immagine rubata e poi svanita, come il volo degli storni che con i loro repentini cambi di direzione e colore creano forme sinuose. Da qui, il titolo Starlings.   
Per chi conosce Billy soltanto nella sua veste batteristica, siamo ben lontani dalle improvvisazioni rock-funk. Non è azzardato dire che siamo sconfinati nell'ambito della musica classica contemporanea, del resto molto vicina all'autore. 


[Per chi non conosce Billy Martin, il trailer del suo dvd costituisce un'ottima ricapitolazione delle varie sfaccettature del suo playing.]






domenica 9 ottobre 2011

“Atelier” è il primo album dei (MU)SiCk Project -FonoArte-


(MU)SiCk Project è il progetto musicale del chitarrista Massimo Di Gaetano (ex Hiroshima Mon Amour) e del percussionista Alessandro Scenna, due validi musicisti di Teramo dediti ad una sperimentazione acustica di gran pregio. Chitarra classica, percussioni e svariati oggetti per raccontare il suono e la sua natura, tra melodie, rumori e silenzi. Il disco è stato registrato agli StratoStudios di Montorio al Vomano da Ivan D’Antonio, che compare anche come ospite suonando la kalimba e la chitarra hawaiana, sua specialità.

Teramo, 01/08/2011 – È uscito “Atelier”, il primo album dei (MU)SiCk Project, band di Teramo composta da due validi musicisti:Massimo Di Gaetano, chitarra classica, e Alessandro Scenna, percussioni. Pubblicato grazie al supporto dell'associazione culturale Fonoarte, l’album si compone di quattordici pezzi strumentali, di cui undici inediti e tre re-interpretazioni di classici di John Cage, Bruno Maderna e Egberto Gismonti. La loro musica esplora il suono nel vero senso della parola: la chitarra crea melodie, ma anche effetti attraverso la sperimentazione di varie tecniche volte ad ottenere una gamma quanto più ampia possibile di sonorità diversificate, mentre Alessandro Scenna crea ritmo, suoni e rumori dagli oggetti più disparati, grazie a parti di batteria modificate, campanelli o oggetti di uso comune, come piatti, bicchieri e pentole. Musica d’avanguardia, acustica e sperimentale, che crea suggestioni e senso di appartenenza al mondo che ci circonda, con i suoi ritmi, i suoi suoni, ma anche con i suoi rumori e il suo silenzio. “Abbiamo realizzato un album molto sperimentale” ha dichiarato Massimo Di Gaetano, chitarrista e portavoce del gruppo, “il nostro scopo era sperimentare e sfruttare al massimo le nostre conoscenze tecniche per esplorare il significato di “suono” nell'accezione più ampia del termine, nei suoi aspetti più raffinati, ma anche nei suoi aspetti più primitivi e rumoristici”.


L’album in cd “Atelier” dei (MU)SiCk Project è disponibile per l’acquisto nei migliori negozi di musica alternativa e sui più importanti WEB Stores nazionali ed internazionali (Amazon, CdUniverse, cdandlp, Ebay, ecc…).

venerdì 7 ottobre 2011

RECENSIONE "ATELIER" di Andrea Aguzzi


La musica contemporanea sembra muoversi da qualche tempi sul filo del corto circuito tra musica oggetto di composizione e musica che proviene invece dalla pratica dell’improvvisazione, sempre più numerosi i cd che si accumulano sul mio tavolo, frutto dallo scambio di esperienze e di idee di questi due modi così radicalmente diversi di concepire la creazione musicale.
Atelier, frutto del lavoro del duo (Mu)Sick Project (Massimo Di Gaetano alla chitarra classica e Alessandro Scenna alla batteria, percussioni e oggetti vari non meglio identificati) sembra muoversi decisamente all’interno di questo ambito da un lato la musica organizzata ma non improvvisata di Cage (Dream), la musica improvvisata ma composta di Maderna (Serenata per un Satellite) e le fantasie brasiliane di Egberto Gismonti (Aqua e vinho), dall’altro le altre composizioni/improvvisazioni firmate da Massimo Di Gaetano che si muovono tra rumostiche carte vetrate (Sandpaper), architetture minimali degne di Adolf Loos (Architetture), tranquilli e lussoreggianti giardini giapponesi (Japanes Garden), orientalismi frammentati (Shanghai 10) e surrealismi francesi (One for André Breton).
Disco davvero interessante sia per la qualità delle interpretazioni (confesso di avere un debole per Serenata per un Satellite) sia per le idee che traspaiono nelle musiche ideate da Massimo Di Gaetano, bella l’intesa tra i due musicisti e ancora più apprezzato il fatto che si tratti di un disco autoprodotto.
Di qualche giorno fa l’articolo “Quest’Italia non ha più orecchio” di Quirino Principe sul Sole 24 Ore http://www.ilsole24ore.com/art/cultura/2011-09-10/questitalia-orecchio-183800.shtml?uuid=Aa0zVN3D&fromSearch sul pericolo della perdita di terreno della cosiddetta “musica forte” nei confronti della “musica debole”. Come leggerete nell’articolo, l’autore non riesce a fornire una definizione di merito per i due termini che riesca ad andare oltre a una nebulosa forma retorica rigidamente classica e conservativa, cito testualmente: “Per la musica "forte", in Italia, pare non esserci speranza. Sì, "forte": è in corso la nostra battaglia per sostituire questo aggettivo a locuzioni improprie e fuorvianti, "musica classica", o "seria", o "colta", e ci sorprende piacevolmente (questo, almeno!) che i nostri sforzi stiano ottenendo udienza al di là di ogni speranza: una casa discografica ha dichiarato, aprendo il suo catalogo, di volere usare, d'ora in poi, la terminologia da noi proposta. "Forte" è la musica dotata della massima energia. Suscita traumi, estasi, sensazioni forti, come il terribile accordo dissonante che apre il Finale della Nona di Beethoven, come il Lamento di Arianna di Monteverdi il cui «Lasciatemi morire» è il decollo di un'astronave. La "musica debole" (non "leggera" o peggio "popolare"), si fonda sulla ripetitività, sul sottofondo, su banali sensazioni. Forte e debole non s'intendano come un aut-aut: sono qualità estreme, entrambe legittime, agli opposti di una serie di gradazioni. Si chiede soltanto che la musica debole e banale non spinga ai margini la musica energica e inventiva.”
Non so se questo disco appartenga all’una o all’altra categoria: per me è solo musica, lascio agli altri termini come “classica” … “post-moderna” … “jazz” … “forte” … “debole” … io mi tengo la musica perché come diceva Frank Zappa in Joe’s Garage “la musica è il meglio”.

Andrea Aguzzi