martedì 12 luglio 2011

Teramo, oltre la parola: una mostra e un gioco interattivo sfidano il significato di ogni linguaggio


DSC_0209
photo by Francesco Scenna
Articolo sulla manifestazione 
"A world of words" 


Teramo. Per una settimana, quella della Coppa Interamnia, quella dei tanti popoli che si riversano nelle strade cittadine, Teramo diviene capitale dei linguaggi. Un incontro senza confini di culture, di gesti. Concetti universali espressi attraverso codici differenti. Ma cos’è in fin dei conti la “parola”? Lo scorso 9 luglio, l’ associazione culturale Neon ha sviluppato questo quesito filosofico creando uno spazio in piazza Sant’Anna alle riflessioni sul tema di due giovani artisti teramani, Stefano Scipioni e Mara Di Giammatteo, attraverso un gioco interattivo ideato dal primo, denominato “Scrabble”, e di una mostra della seconda, con titolo “Mutevole, per altro di senso”.
DSC_0235Se in piazza lo Scrabble, rivisitazione del gioco dello Scarabeo, faceva impazzire i tanti curiosi che si sono cimentati nella doppia composizione di parole sorteggiando lettere del tutto causali, i più curiosi hanno potuto perdersi per qualche minuto nelle opere criptate esposte poco distanti. Al centro di tutto, il concetto di parola, il suo ruolo, il suo senso. Certo, un codice arbitrario socialmente riconosciuto, assodato. Ma il contraltare di questo codice è l’insignificanza, il fraintendimento. Il parlare cammina infatti su un filo molto sottile che ci siamo dati ma che non ha in se nessun criterio di verità. Non c'è un segno univoco sempre e per sempre, parlare non vuol dire necessariamente decodificare la verità: i segni hanno un secondo lato che non corrisponde al primo, quello è il tempo della musica e del miracolo. Per questo è necessario scardinare ogni preconcetto legato alla parola (Scrabble), rivalutando la natura stessa della parola, priva in realtà di alcun codice di certezza assoluta. Il pensiero umano non nasce linguistico, è piuttosto un segno emblematico del tracciato da una mano artistica contro la spersonalizzazione del gesto. L’uomo, in fin dei conti, non è la lingua.La cancellazione delle parole (Mutevole, per altro di senso), che si ripropone costante nel concetto della mostra, altro non è invece che un prolungamento della ricerca pittorica segnica gestuale, come intervento sulla parola dipinta. Come se le pagine di un libro potessero essere dipinte scrivendoci dentro, come una tela di un quadro. La scrittura, come anche la sua cancellazione, diverrebbe segni anatomici di un lavoro globale, riassumibile in un gesto universalmente riconosciuto. Capito?
TERAMO - CULTURA & SPETTACOLO MARTEDÌ 12 LUGLIO 2011  R.RICCI



photos by Francesco Scenna

(MU)SiCk Project plays with letters


Performance originale nata dalla collaborazione con ZUvideo produzioni e con l'Ass. Neon, presentata nell'abito dell'evento "A WORLD OF WORDS -un mondo di parole-".

Musica e video, o meglio gioco installazione, in particolare Scrabble (Scarabeo): un tavolino in plexiglas trasparente con una telecamera sotto che riprende e proietta su megaschermo (vedi foto a lato), le tessere con lettere su entrambi i lati, chiunque può giocare e formare parole, una codifica "musicale" dell'alfabeto che "dirige" l'operato del (MU)SiCk Project. Qui di fianco è possibile leggere la codifica da noi effettuata. 
L'improvvisazione era determinata dalla prima lettera della parola e doveva avvenire secondo i criteri qui di fianco riportati. Non appena veniva posta una nuova parola sul tabellone, allora la musica variava sempre in base alla codifica. Qualora la prima lettera fosse stata la stessa della parola precedente allora si teneva in considerazione la seconda.  L'idea  di codificare l'alfabeto è nata anche un po' dal modo con cui John Zorn era solito dirigere i suoi "Game Piece". Per codificare ogni lettera è stato tenuto in considerazione o un significato della lettera (es: L -left hand- quindi improvvisazione solo con la mano sx) o la forma della lettera (es: X -improvvisazione per contrasti, forte/piano, acuto/basso, veloce/piano ecc.).



domenica 10 luglio 2011

TONJIE University -faculty of architecture -

Giorno 12 ottobre.
Ultima performance, facoltà di architettura della Tongji University. La facoltà si trova all'interno di un campus, con spazi verdi e corsie per pedoni e biciclette, giustissimo visto il fiume di ciclisti che a suon di campanelli si riversa dall'ingresso in direzione delle varie rastrelliere. L'aula anfiteatro dove suoniamo si trova in un'ala forse in via di smaltimento, considerando le aule in disuso abbandonate a se stesse ed ai resti di affollate lezioni. Fortunatamente la nostra fa eccezione, anzi è ben fornita di microfoni, proiettore ed una cabina di regia con mixer ecc. L'interprete traduce la presentazione, poche parole nostre si sono commutate in un lungo discorso in cinese... forse essendo lo stesso interprete delle precedenti performance, ha aggiunto commenti personali sulla musica.... speriamo positivi!! a parte gli scherzi! gli studenti hanno apprezzato la nostra musica, specialmente il "purplephone" (strumento elettronico, che produce suoni se illuminato con una pila). 
Un altro bigliettino dato al tassista con l'indirizzo

mercoledì 6 luglio 2011

THE NUT art gallery













Siamo al 10 ottobre, si parte il primo pomeriggio alla volta della THE NUT art gallery, il taxi, con la sua solita guida folle, ci porta a destinazione. Il quartiere è il tipico miscuglio di palazzi da 20 piani e casette fatiscenti (dopo alcuni giorni non fa più meraviglia). La galleria è costituita da un grande open space su due livelli, con bancone bar, quello che la caratterizza è una riproduzione del simbolo (nut) nel bel mezzo del primo piano con all'interno una stanzetta, usata poi da noi come camerino. La performance fila liscia, il pubblico, per gran parte italiano (la galleria è/era gestita da un italiano) apprezza le nostre improvvisazioni. La scaletta ha una new entry "Quartetto mix" di F. Sbacco, scegliamo alcuni frammenti, li proviamo nel pomeriggio. Onestamente l'impressione non è delle migliori... diciamo che il brano non è nelle nostre corde. Al di là di questo, mi soffermerei su un aspetto non sottovalutabile, la cucina. Come ho già detto, la galleria è/era gestita da un italiano, il quale -da quanto ho capito- organizza aperitivi stile italia con buffet, cocktail ecc. Quindi alla fine della performance è stato previsto un aperitivo, si temporeggia con le solite tartine, quando all'improvviso dalla cucina vengono fuori piatti con lasagna bianca di verdure. Dopo giorni di cucina cinese e colazione a base di buns (ravioli) al vapore -non fraintendetemi ottimi, non ho mai mangiato cucina cinese così buona come in questi giorni-, una bella porzione di lasagna è come un fulmine a ciel sereno. Dal punto di vista "musicale" questi sono gli ingaggi migliori! musicisti soddisfatti hanno sicuramente mangiato bene.
Un altro bigliettino dato al tassista con l'indirizzo