domenica 11 dicembre 2011

nOTE DI nATALE

Anche quest'anno (MU)SiCk project  sarà impegnato nella manifestazione Note Di Natale, organizzata dall'Istituto pareggiato G.Braga di Teramo con il sostegno del Comune di Teramo e della Fondazione Tercas. Cinque saranno le chiese in cui si esibirà il duo: Santa Maria in Cartecchio, Santa Maria Assunta di Colle S.Maria e S.Anastasio di Piano D'Accio, San Rustico di Cerreto, Madonna delle Grazie di Frondarola.

PSSS PSSS PSSSS







giovedì 1 dicembre 2011

PAUL MOTIAN (1931-2011)

Courtesy of Drummerworld
E' praticamente impossibile descrivere lo stile con cui Paul Motian si è imposto nella storia della musica e della percussione. Così come non sarà mai efficace il resoconto di una conversazione. Ogni momento, musicale e non, cela sensazioni, imprevisti, incertezze, esclamazioni che anche se esattamente ripetute perdono la loro essenza e la loro efficacia. Il suono di Motian è frutto dell'attimo in cui viene in essere, perciò può essere solo ascoltato. Fortunatamente il numero di registrazioni live e studio è copioso!

Riporto qui di seguito il link di una sua intervista in cui Motian ripercorre tutta la sua carriera:

http://tedpanken.wordpress.com/2011/11/23/r-i-p-paul-motian-1931-2011/


Cito tre registrazioni, a mio avviso, rappresentative.

Motian-Lovano-Frisell
IT SHOULD'VE HAPPENED LONG TIME AGO

ecm 1985


Crispell-Peacock-Motian
AMARYLLIS

ecm 2000

Lossing-Schuller-Motian
AS IT GROWS

hatology 2004

BILLY MARTIN "STARLINGS" tzadik

Questa è la prima di una serie di post riguardo dischi o musicisti che in qualche modo hanno influenzato o stanno influenzando il lavoro dei (MU)Sick Project. Le recensioni avranno un colore ed un carattere diverso rispetto ai post riguardanti il progetto.


Starlings è il disco solista di Billy Martin, il dinamico e creativo batterista dei Medeski,Martin & Wood. I brani, originariamente composti e registrati per mbira africana, sono stati arrangiati per ensemble cameristici da Anthony Coleman, grazie all'intercessione dell'inarrestabile John Zorn. La composizione dei brani è avvenuta attraverso una scrittura ritmica particolare, fino ad oggi utilizzata da Billy nei suoi gruppi di percussioni. Principalmente si tratta di ripetizione di uno o più pattern ritmici, a volte anche molto semplici, ma che uniti tra loro creano un tessuto ritmico molto efficace. Nel caso dei gruppi d'archi e di ottoni, in Starlings, è stato richiesto ai musicisti di improvvisare seguendo comunque le dette strutture ritmiche. Ai brani cameristici, se ne aggiungono due per ensemble di percussioni diretti da Martin ed uno per mbira. In "Stridulation" i suoni acuti dei piccoli legni evocano il suono delle cavallette ed il loro intersecarsi ritmicamente; con un ascolto attento  ci si renderà conto di essere di fronte a suoni e rumori facilmente individuabili in natura, soltanto che Martin è riuscito a coglierli, a comprenderli ed ad arrangiarli alla stregua di semplici parole in un ambiente affollato.
Ne è derivato allora un disco in cui ogni brano è una piccola miniatura, un'immagine rubata e poi svanita, come il volo degli storni che con i loro repentini cambi di direzione e colore creano forme sinuose. Da qui, il titolo Starlings.   
Per chi conosce Billy soltanto nella sua veste batteristica, siamo ben lontani dalle improvvisazioni rock-funk. Non è azzardato dire che siamo sconfinati nell'ambito della musica classica contemporanea, del resto molto vicina all'autore. 


[Per chi non conosce Billy Martin, il trailer del suo dvd costituisce un'ottima ricapitolazione delle varie sfaccettature del suo playing.]






domenica 9 ottobre 2011

“Atelier” è il primo album dei (MU)SiCk Project -FonoArte-


(MU)SiCk Project è il progetto musicale del chitarrista Massimo Di Gaetano (ex Hiroshima Mon Amour) e del percussionista Alessandro Scenna, due validi musicisti di Teramo dediti ad una sperimentazione acustica di gran pregio. Chitarra classica, percussioni e svariati oggetti per raccontare il suono e la sua natura, tra melodie, rumori e silenzi. Il disco è stato registrato agli StratoStudios di Montorio al Vomano da Ivan D’Antonio, che compare anche come ospite suonando la kalimba e la chitarra hawaiana, sua specialità.

Teramo, 01/08/2011 – È uscito “Atelier”, il primo album dei (MU)SiCk Project, band di Teramo composta da due validi musicisti:Massimo Di Gaetano, chitarra classica, e Alessandro Scenna, percussioni. Pubblicato grazie al supporto dell'associazione culturale Fonoarte, l’album si compone di quattordici pezzi strumentali, di cui undici inediti e tre re-interpretazioni di classici di John Cage, Bruno Maderna e Egberto Gismonti. La loro musica esplora il suono nel vero senso della parola: la chitarra crea melodie, ma anche effetti attraverso la sperimentazione di varie tecniche volte ad ottenere una gamma quanto più ampia possibile di sonorità diversificate, mentre Alessandro Scenna crea ritmo, suoni e rumori dagli oggetti più disparati, grazie a parti di batteria modificate, campanelli o oggetti di uso comune, come piatti, bicchieri e pentole. Musica d’avanguardia, acustica e sperimentale, che crea suggestioni e senso di appartenenza al mondo che ci circonda, con i suoi ritmi, i suoi suoni, ma anche con i suoi rumori e il suo silenzio. “Abbiamo realizzato un album molto sperimentale” ha dichiarato Massimo Di Gaetano, chitarrista e portavoce del gruppo, “il nostro scopo era sperimentare e sfruttare al massimo le nostre conoscenze tecniche per esplorare il significato di “suono” nell'accezione più ampia del termine, nei suoi aspetti più raffinati, ma anche nei suoi aspetti più primitivi e rumoristici”.


L’album in cd “Atelier” dei (MU)SiCk Project è disponibile per l’acquisto nei migliori negozi di musica alternativa e sui più importanti WEB Stores nazionali ed internazionali (Amazon, CdUniverse, cdandlp, Ebay, ecc…).

venerdì 7 ottobre 2011

RECENSIONE "ATELIER" di Andrea Aguzzi


La musica contemporanea sembra muoversi da qualche tempi sul filo del corto circuito tra musica oggetto di composizione e musica che proviene invece dalla pratica dell’improvvisazione, sempre più numerosi i cd che si accumulano sul mio tavolo, frutto dallo scambio di esperienze e di idee di questi due modi così radicalmente diversi di concepire la creazione musicale.
Atelier, frutto del lavoro del duo (Mu)Sick Project (Massimo Di Gaetano alla chitarra classica e Alessandro Scenna alla batteria, percussioni e oggetti vari non meglio identificati) sembra muoversi decisamente all’interno di questo ambito da un lato la musica organizzata ma non improvvisata di Cage (Dream), la musica improvvisata ma composta di Maderna (Serenata per un Satellite) e le fantasie brasiliane di Egberto Gismonti (Aqua e vinho), dall’altro le altre composizioni/improvvisazioni firmate da Massimo Di Gaetano che si muovono tra rumostiche carte vetrate (Sandpaper), architetture minimali degne di Adolf Loos (Architetture), tranquilli e lussoreggianti giardini giapponesi (Japanes Garden), orientalismi frammentati (Shanghai 10) e surrealismi francesi (One for André Breton).
Disco davvero interessante sia per la qualità delle interpretazioni (confesso di avere un debole per Serenata per un Satellite) sia per le idee che traspaiono nelle musiche ideate da Massimo Di Gaetano, bella l’intesa tra i due musicisti e ancora più apprezzato il fatto che si tratti di un disco autoprodotto.
Di qualche giorno fa l’articolo “Quest’Italia non ha più orecchio” di Quirino Principe sul Sole 24 Ore http://www.ilsole24ore.com/art/cultura/2011-09-10/questitalia-orecchio-183800.shtml?uuid=Aa0zVN3D&fromSearch sul pericolo della perdita di terreno della cosiddetta “musica forte” nei confronti della “musica debole”. Come leggerete nell’articolo, l’autore non riesce a fornire una definizione di merito per i due termini che riesca ad andare oltre a una nebulosa forma retorica rigidamente classica e conservativa, cito testualmente: “Per la musica "forte", in Italia, pare non esserci speranza. Sì, "forte": è in corso la nostra battaglia per sostituire questo aggettivo a locuzioni improprie e fuorvianti, "musica classica", o "seria", o "colta", e ci sorprende piacevolmente (questo, almeno!) che i nostri sforzi stiano ottenendo udienza al di là di ogni speranza: una casa discografica ha dichiarato, aprendo il suo catalogo, di volere usare, d'ora in poi, la terminologia da noi proposta. "Forte" è la musica dotata della massima energia. Suscita traumi, estasi, sensazioni forti, come il terribile accordo dissonante che apre il Finale della Nona di Beethoven, come il Lamento di Arianna di Monteverdi il cui «Lasciatemi morire» è il decollo di un'astronave. La "musica debole" (non "leggera" o peggio "popolare"), si fonda sulla ripetitività, sul sottofondo, su banali sensazioni. Forte e debole non s'intendano come un aut-aut: sono qualità estreme, entrambe legittime, agli opposti di una serie di gradazioni. Si chiede soltanto che la musica debole e banale non spinga ai margini la musica energica e inventiva.”
Non so se questo disco appartenga all’una o all’altra categoria: per me è solo musica, lascio agli altri termini come “classica” … “post-moderna” … “jazz” … “forte” … “debole” … io mi tengo la musica perché come diceva Frank Zappa in Joe’s Garage “la musica è il meglio”.

Andrea Aguzzi

martedì 6 settembre 2011

Performance @ LA VILLA SUITE -Banda Larga

photo by Francesco Scenna
Primo concerto-presentazione del cd "Atelier" con ottima risposta del pubblico nonostante la temperatura di 15°, a pochi giorni da ferragosto, abbia colto impreparati musicisti e spettatori. Inoltre il palco montato sul laghetto ha fatto si che anche l'umidità fosse protagonista. Tuttavia la location era impeccabile molto pittoresca ed apprezzata. 
E' stata anche la prima performance della nuova chitarra a 10 corde di Massimo!
Il duo ha eseguito la maggior parte dei brani del cd (vedi scaletta a piè di pagina), unendo in medley un solo per rullante preparato ed Architetture, Collage (per l'occasione eseguita con metalli in B, Bb, C, C# e non con il rullante preparato come nel cd) ed il solo di chitarra Mirror. 
Il pubblico, numeroso ed attento, ha apprezzato anche i brani "meno convenzionali". E' stato importante in tal senso spiegare la genesi dei pezzi ed alcuni aneddoti a riguardo (v. ad es. Shanghai 10 o One for André Breton). 
Particolare curiosità è stata mossa delle percussioni: rullante preparato, l'ammortizzatore, il filo di plastica o il tubo di pvc nello sfiatatoio del timpano per modificare la tensione della pelle ecc.
Le risate più sincere tuttavia le ha suscitate il bis. Gli organizzatori (Mauro Baiocco, Enrico Melozzi) nel discorso di chiusura hanno richiesto un bis, completamente improvvisato. Hanno anche chiesto a Massimo un possibile titolo.... e qui che tutto ha imboccato la via del tragicomico. Massimo ha risposto "Jingle bells" e, dopo poche note ha iniziato a suonare Jingle bells, di fronte all'incredulità del pubblico divertito. L'idea musicale è stata subito accompagnata dalle percussioni con uno scampanellio ed un rumore che il percussionista ha spiegato essere il verso delle renne. A questo punto Massimo ha concluso, tra gli applausi e le risa, augurando un sereno Natale.      
photo by Francesco Scenna
















1.Sandpaper
2.Zahir
3.One for Andrè Breton
4.Agua e vinho
5.Shanghai 10
6.Medley: Solo p.SD-Architetture
                  Collage
                  Mirror
7.A vela ru mari
8.Frames
9.Dream
10.The sushi cooker
bis. Jingle bells

martedì 12 luglio 2011

Teramo, oltre la parola: una mostra e un gioco interattivo sfidano il significato di ogni linguaggio


DSC_0209
photo by Francesco Scenna
Articolo sulla manifestazione 
"A world of words" 


Teramo. Per una settimana, quella della Coppa Interamnia, quella dei tanti popoli che si riversano nelle strade cittadine, Teramo diviene capitale dei linguaggi. Un incontro senza confini di culture, di gesti. Concetti universali espressi attraverso codici differenti. Ma cos’è in fin dei conti la “parola”? Lo scorso 9 luglio, l’ associazione culturale Neon ha sviluppato questo quesito filosofico creando uno spazio in piazza Sant’Anna alle riflessioni sul tema di due giovani artisti teramani, Stefano Scipioni e Mara Di Giammatteo, attraverso un gioco interattivo ideato dal primo, denominato “Scrabble”, e di una mostra della seconda, con titolo “Mutevole, per altro di senso”.
DSC_0235Se in piazza lo Scrabble, rivisitazione del gioco dello Scarabeo, faceva impazzire i tanti curiosi che si sono cimentati nella doppia composizione di parole sorteggiando lettere del tutto causali, i più curiosi hanno potuto perdersi per qualche minuto nelle opere criptate esposte poco distanti. Al centro di tutto, il concetto di parola, il suo ruolo, il suo senso. Certo, un codice arbitrario socialmente riconosciuto, assodato. Ma il contraltare di questo codice è l’insignificanza, il fraintendimento. Il parlare cammina infatti su un filo molto sottile che ci siamo dati ma che non ha in se nessun criterio di verità. Non c'è un segno univoco sempre e per sempre, parlare non vuol dire necessariamente decodificare la verità: i segni hanno un secondo lato che non corrisponde al primo, quello è il tempo della musica e del miracolo. Per questo è necessario scardinare ogni preconcetto legato alla parola (Scrabble), rivalutando la natura stessa della parola, priva in realtà di alcun codice di certezza assoluta. Il pensiero umano non nasce linguistico, è piuttosto un segno emblematico del tracciato da una mano artistica contro la spersonalizzazione del gesto. L’uomo, in fin dei conti, non è la lingua.La cancellazione delle parole (Mutevole, per altro di senso), che si ripropone costante nel concetto della mostra, altro non è invece che un prolungamento della ricerca pittorica segnica gestuale, come intervento sulla parola dipinta. Come se le pagine di un libro potessero essere dipinte scrivendoci dentro, come una tela di un quadro. La scrittura, come anche la sua cancellazione, diverrebbe segni anatomici di un lavoro globale, riassumibile in un gesto universalmente riconosciuto. Capito?
TERAMO - CULTURA & SPETTACOLO MARTEDÌ 12 LUGLIO 2011  R.RICCI



photos by Francesco Scenna

(MU)SiCk Project plays with letters


Performance originale nata dalla collaborazione con ZUvideo produzioni e con l'Ass. Neon, presentata nell'abito dell'evento "A WORLD OF WORDS -un mondo di parole-".

Musica e video, o meglio gioco installazione, in particolare Scrabble (Scarabeo): un tavolino in plexiglas trasparente con una telecamera sotto che riprende e proietta su megaschermo (vedi foto a lato), le tessere con lettere su entrambi i lati, chiunque può giocare e formare parole, una codifica "musicale" dell'alfabeto che "dirige" l'operato del (MU)SiCk Project. Qui di fianco è possibile leggere la codifica da noi effettuata. 
L'improvvisazione era determinata dalla prima lettera della parola e doveva avvenire secondo i criteri qui di fianco riportati. Non appena veniva posta una nuova parola sul tabellone, allora la musica variava sempre in base alla codifica. Qualora la prima lettera fosse stata la stessa della parola precedente allora si teneva in considerazione la seconda.  L'idea  di codificare l'alfabeto è nata anche un po' dal modo con cui John Zorn era solito dirigere i suoi "Game Piece". Per codificare ogni lettera è stato tenuto in considerazione o un significato della lettera (es: L -left hand- quindi improvvisazione solo con la mano sx) o la forma della lettera (es: X -improvvisazione per contrasti, forte/piano, acuto/basso, veloce/piano ecc.).



domenica 10 luglio 2011

TONJIE University -faculty of architecture -

Giorno 12 ottobre.
Ultima performance, facoltà di architettura della Tongji University. La facoltà si trova all'interno di un campus, con spazi verdi e corsie per pedoni e biciclette, giustissimo visto il fiume di ciclisti che a suon di campanelli si riversa dall'ingresso in direzione delle varie rastrelliere. L'aula anfiteatro dove suoniamo si trova in un'ala forse in via di smaltimento, considerando le aule in disuso abbandonate a se stesse ed ai resti di affollate lezioni. Fortunatamente la nostra fa eccezione, anzi è ben fornita di microfoni, proiettore ed una cabina di regia con mixer ecc. L'interprete traduce la presentazione, poche parole nostre si sono commutate in un lungo discorso in cinese... forse essendo lo stesso interprete delle precedenti performance, ha aggiunto commenti personali sulla musica.... speriamo positivi!! a parte gli scherzi! gli studenti hanno apprezzato la nostra musica, specialmente il "purplephone" (strumento elettronico, che produce suoni se illuminato con una pila). 
Un altro bigliettino dato al tassista con l'indirizzo

mercoledì 6 luglio 2011

THE NUT art gallery













Siamo al 10 ottobre, si parte il primo pomeriggio alla volta della THE NUT art gallery, il taxi, con la sua solita guida folle, ci porta a destinazione. Il quartiere è il tipico miscuglio di palazzi da 20 piani e casette fatiscenti (dopo alcuni giorni non fa più meraviglia). La galleria è costituita da un grande open space su due livelli, con bancone bar, quello che la caratterizza è una riproduzione del simbolo (nut) nel bel mezzo del primo piano con all'interno una stanzetta, usata poi da noi come camerino. La performance fila liscia, il pubblico, per gran parte italiano (la galleria è/era gestita da un italiano) apprezza le nostre improvvisazioni. La scaletta ha una new entry "Quartetto mix" di F. Sbacco, scegliamo alcuni frammenti, li proviamo nel pomeriggio. Onestamente l'impressione non è delle migliori... diciamo che il brano non è nelle nostre corde. Al di là di questo, mi soffermerei su un aspetto non sottovalutabile, la cucina. Come ho già detto, la galleria è/era gestita da un italiano, il quale -da quanto ho capito- organizza aperitivi stile italia con buffet, cocktail ecc. Quindi alla fine della performance è stato previsto un aperitivo, si temporeggia con le solite tartine, quando all'improvviso dalla cucina vengono fuori piatti con lasagna bianca di verdure. Dopo giorni di cucina cinese e colazione a base di buns (ravioli) al vapore -non fraintendetemi ottimi, non ho mai mangiato cucina cinese così buona come in questi giorni-, una bella porzione di lasagna è come un fulmine a ciel sereno. Dal punto di vista "musicale" questi sono gli ingaggi migliori! musicisti soddisfatti hanno sicuramente mangiato bene.
Un altro bigliettino dato al tassista con l'indirizzo

domenica 26 giugno 2011

Percussioni & Aereo: una coppia esplosiva

In un futuro prossimo, tra le opzioni di viaggio da compilare on-line si potrà scegliere se viaggiare o rimanere a terra e far viaggiare il bagaglio. Se le difficoltà si incontrano con un semplice bagaglio a mano, figuriamoci con gli strumenti musicali, pesanti, fuori misura ed ingombranti. 
Il percussionista è una delle figure che maggiormente rischiano al check in... l'elettronico, invece rischia di più ai controlli di sicurezza, considerati i km di fili, cavi, schede, cip ecc. che risaltano dai raggi X. 
La preparazione degli strumenti e del bagaglio in effetti è stata dura, quanti/quali strumenti portare (i criteri di valutazione erano spazio/peso/versatilità), quali custodie avrebbero resistito alle gare di lancio dei "famosi caricatori di Fiumicino" ecc... dopo varie prove e tentativi, ho avuto l'illuminazione: in un concerto in solo di qualche anno fa, Airto Moreira parlò proprio di questo aspetto della vita di un percussionista, mentre faceva dell'umorismo sulle sue due valigie rosso fuoco Samsonite cariche di percussioni. Allora perché non provare la "classica" valigia, capiente, con le rotelle e la combinazione. Ovviamente agli strumenti andavano aggiunti anche i vestiti per dieci giorni; in quel momento è iniziata una vera e propria partita di tetris. 
Rullante... beh via la pelle, riempito il fusto vuoto con t-shirt e calzini e rimontata la pelle, così via di seguito, anche perché i vestiti sono un'ottima protezione anti urto. In effetti tutto ha funzionato al meglio anche se ho dovuto lasciare a casa molti strumenti... piatti (2 ride 20" con relative aste... impensabile; hihat... figuriamoci)
Di solito in albergo non sistemo mai i vestiti negli armadi, questa volta l'avrei dovuto fare per necessità visto che la valigia la usavo per il trasporto delle percussioni, ma il destino, vendicando la schiera di armadi rimasti inutilizzati, ha voluto che nella stanza non ce ne fosse neanche uno! 
Sicuramente se fossi stato un percussionista cinese avrei avuto molti più problemi considerando che i tamburi sono costituiti da un blocco di legno spesso (il foro in quelli piccoli è di ca. 6cm.) che li rende proprio pesanti! 
-Foto scattata al MUSIC CHINA 2010 Shanghai- 


Un altro bigliettino dato al tassista con l'indirizzo

martedì 21 giugno 2011

EXPO 2010 -SHANGHAI, CINA-

Lo scorso ottobre abbiamo avuto la fortuna di esibirci in un mini tour nella città di Shanghai, tre date: padiglione italiano dell'EXPO, Tongji University facoltà di architettura e The Nut art gallery.
Il tutto nasce dalla casuale (ma per la quale ringraziamo Martina Colli) collaborazione con, all'epoca l'appena formato, Gruppo di Interpretazione Metadiapason (formazione oscillante tra i 6 ed i 10 elementi) ingaggiato per proporre un intervento musicale combinato con la conferenza "Luci Architettura Musica". Per l'occasione la formazione era composta da piano -M.Colli-, sax sop. -M.Catarinozzi-, sax alto/elettronica -G.Silvi-, violino -L.Zaccone-, chitarra, percussioni (cioè... noi). Quindi insieme con i brani in ensemble, abbiamo avuto la possibilità di proporne due in solo, in particolare "Serenata per un satellite" B.Maderna ed un'improvvisazione sviluppata per l'occasione, la cui idea è stata poi riproposta nel cd nel brano Shanghai 10, non è difficile capire la motivazione del titolo

Nel padiglione italiano abbiamo suonato sia in una sala al terzo piano  sia sul palchetto all'ingresso principale, di fronte all'Orchestra verticale, a mio avviso l'installazione più interessante dell'intero padiglione. Sinceramente la restante parte del padiglione era niente di speciale, un miscuglio vario di design, pasta e vino.
So che non è facile sintetizzare le qualità ed i punti forti di un paese, ma forse si poteva organizzare meglio l'esposizione.
Il ristorante italiano, dove abbiamo dovuto mangiare per necessità di orari, non rappresentava affatto la cucina italiana anzi a mio parere la sminuiva. Ma si sà che in Italia il trattamento riservato al turista spesso implica l'abbindolamento, di conseguenza non poteva essere diverso nel padiglione italiano.
Ritornando a parlare di musica, la scaletta era così articolata:
-Ritratto di città (G. Silvi -improvvisazione su campionamenti degli intona rumori di L.Russolo)
-Serenata per un satellite (B.Maderna) (MU)SiCk project
-Funftion (improvvisazione su partitura grafica di L.Zaccone -il violinista-)
-Tre pezzi per sax soprano (G. Scelsi)
-Shanghai 10 (MU)SiCk project
-Omaggio a Scelsi (improvvisazione collettiva)


Qui di seguito c'è l'articolo uscito sullo Shanghai Daily, con l'intervista a Leonardo Zaccone (coordinatore del gruppo Metadiapason, nonchè violoncellista ed secondo elettronico)



lunedì 23 maggio 2011

MICHELE RABBIA per le note di copertina


"Che la musica sia l'Arte dei suoni, lo si comprende  ascoltando l'inizio di questo lavoro.
Due strumenti, corde e percussioni, che si intersecano, combattono, si abbracciano, giocano e dalla loro azione  scaturiscono differenti trame sonore e melodie dal richiamo popolare.
Scorrendo le quattordici tracce di questo disco si ha l'impressione di attraversare i luoghi più disparati e l'immaginazione ci porta a vedere grandi distese di terra, zone industriali, mari agitati, paesaggi mediterranei, ma con una logica costruzione del percorso.
Un cd coraggioso e onesto, così come  sono i nostri due ottimi interpreti." 
                                                                                                                       MICHELE RABBIA

"music is the Art of sound, identifiable just by listening to the beginning.
Two instruments, strings and percussion, that intersect, fight, hug, and play, whereby from their actions grow different sound wefts and kinds of folk melodies.
Onwards to the fourteen tracks, one has the impression of crossing a variety of different places and imagination brings you to see land expanses, industrial areas, rough seas, Mediterranean Scenery but with a logical journey framework.
A brave and honest album, similar to ours, with two great performers"

MICHELE RABBIA

Queste sono le note di copertina inserite nel libretto a firma del grande musicista Michele Rabbia (per i meno addetti ai lavori, il percussionista del gruppo Aires Tango di J.Girotto). 
Siamo molto orgogliosi della sua collaborazione.
Perchè Michele Rabbia?? Al di là del fatto che è un musicista ammirato da entrambi e che in qualche modo ha sicuramente influenzato lo sviluppo di alcuni brani, ha competenze musicali che spaziano a 360° ed essendo un improvvisatore chi, meglio di lui, è in grado di cogliere i vari aspetti dell'estemporaneità.
Qui di seguito vengono riportati dei cenni riguardo l'infinita lista di sue collaborazioni.
Stefano Battaglia, Marilyn Crispell, Vincent Courtois, Michel Godard, Dominique Pifarely, Maria Pia De Vito, Antonello Salis, Luis Sclavis, Roberto Cecchetto, Roberto Bellatalla, Giovanni Maier, Giancarlo Schiaffini e tanti altri ancora... 
Da non sottovalutare le numerose collaborazioni con altre forme d'arte: teatro Fausto Paravidino, David Riondino e Mara Baronti; danza Tery J. Weikel, Magda Borould Pascal, Rossella Fiumi, Giorgio Rossi; letteratura Dacia Maraini; pittura Gabriele Amadori. Continua, dopo alcuni anni dall'esordio, il successo del suo spettacolo in solo dedicato alla poesia "Musica presa alla lettera".
www.myspace.com/michelerabbia 

mercoledì 18 maggio 2011

ATELIER

Come avrete ben capito leggendo i post precedenti, il cd in uscita del (MU)SiCk project è intitolato ATELIER. Il nome è stato scelto per un motivo ben preciso: lo studio di registrazione, prima di acquisire la forma attuale, era un atelier di un pittore, anzi tecnicamente in parte lo è ancora. Adesso però ha un nome StratoStudios ed Ivan D'Antonio, il pittore, si dedica maggiormente all'audio, video e grafica. (http://www.facebook.com/pages/StratoStudios/176333452405895)
Una prima registrazione, quando il cd non era ancora nelle nostre menti, fu fatta infatti tra cavalletti, pennelli, tele, barattoli e colori vari... in una tale situazione, fu una forte tentazione sperimentare nuove superfici e fu difficile trattenersi, in ogni caso fu di grande ispirazione.
Venendo al punto, il cd è stato registrato in tre sessioni:
30 agosto 2010 dedicata alla "Serenata per un satellite" di B. Maderna
6 e 7 gennaio 2011 per tutto il resto
La maggior parte dei brani originali è stata registrata alla prima take, in quanto si tratta di improvvisazioni estemporanee o basate semplicemente su un'idea iniziale poi sviluppata in corso d'opera.
In due brani "Japanese garden" e "The sushi cooker" è presente, come ospite, Ivan D'Antonio, rispettivamente alla kalimba ed alla chitarra hawaiana, sua specialità. 


In copertina Francesco Scenna, Dublino.





















di seguito alcuni scatti di Ivan D'Antonio della sessione del 6 gennaio






martedì 17 maggio 2011

(MU)SiCk percussion

Con il termine percussioni si dice tutto e non si dice nulla e ci si può riferire ad una miriade di strumenti oltre a tutto ciò che può essere  percosso, colpito, agitato, frizionato o sfregato. Per questo motivo il post è dedicato alle percussioni del (MU)SiCk project utilizzate nel cd di prossima uscita "ATELIER".
Rubando il "Set up Builder Sabian" inserisco uno schema generale del set. 
L'utilità di avere una grancassa da banda molto grande sta nel fatto che la si possa utilizzare anche come cassa di risonanza per piatti o percussioni.
Il rullante è stato utilizzato anche in versione "preparata" (prendendo l'espressione di J.Cage e del M° Roberto Dani), cioè sono state attaccate delle corde per chitarra ai tiranti, tese mediante dei ponticelli in legno e suonate con l'archetto, quello che ne è uscito può essere ascoltato sul brano "Architetture", inoltre vi sono state apposte delle molle morbide che attraversavano tutta la superficie.
Tra le percussioni aggiuntive non rappresentate nello schema, c'è un ammortizzatore per moto, utilizzato nel brano "Mirror" e vari tipi di battenti, i più strani grucce appendiabiti ed un filo di plastica di 5 mt. Di particolare rilievo sono le spazzole artigianali Akangatide.
In conclusione si può dire che strumenti millenari, strumenti tradizionali, strumenti che strumenti non sono, strumenti moderni, strumenti re inventati sono stati fusi a creare quello che è il suono del (MU)SiCK p. 

La valigia percussiva














CHI SIAMO

(MU)SiCk Project è un progetto nato nel 2010 dalla collaborazione tra Massimo Di Gaetano (chitarra classica 6-10 corde) ed Alessandro Scenna (percussioni, campane, piatti ed oggetti). Il duo presenta una combinazione di musica scritta, anche attraverso partiture grafiche, improvvisata, nonché ri-arrangiamenti di composizioni di autori quali John Cage, Bruno Maderna e Egberto Gismonti.
Il duo focalizza l'attenzione sul “suono” nell'accezione più ampia del termine, a tal punto che, rubando un'espressione del compositore Mauricio Kagel, sarebbe più corretto parlare di “vita acustica”, in quanto viene conferita pari dignità anche al silenzio ed al rumore, elementi spesso sottovalutati.
Nell'ottobre 2010, il (MU)SiCk project ha avviato una collaborazione con il gruppo di interpretazione Metadiapason di Roma ed il progetto L.A.M. (Luce Architettura Musica), con cui si è esibito presso la Foderia delle Arti -Roma- nonchè un mini tour a Shanghai, Cina che ha toccato l'EXPO '10, la facoltà di architettura presso la Tongji University e la The Nut art Gallery, contestualmente però ha avuto la possibilità di presentare un 'improvvisazione orginale e "Serenata per un satellite" di B. Maderna.
Nel gennaio 2011 è stato registrato il primo disco "ATELIER" che vedrà la luce tra pochi giorni.
nel seguente link è possibile ascoltare alcuni estratti
www.myspace.com/musickproject


Individualmente chi siamo:

MASSIMO DI GAETANO
chitarra classica 6/10 corde, chitarra preparata


Insegnante di chitarra classica, diplomato con il massimo dei voti presso l'isituto Braga di Teramo nel 2006. Ha seguito numerosi corsi, tra cui quelli di Gianpaolo Bandini, Maurizio Colonna, Bruno Battisti D'Amario; ha studiato composizione con Giacomo Danese. Ha vinto svariati premi (Moncalieri, Castelfidardo, Caramanico Terme).
Si è esibito in diversi contesti dal solo, all'orchestra da camera; il suo repertorio comprende anche composizioni di Brouwer, Ohana, Maderna, Gismonti, Bussotti, Cage, Petrassi.

Utilizza chitarre Masaru Kohno (1980) e Leonardo De Gregorio (2010)







ALESSANDRO SCENNA


percussioni, piatti, campane, oggetti


 Inizia lo studio della batteria nel 1995, studia con Rodolfo Tullj, Fulvio Fuina, Ellade Bandini, Massimo Manzi, Michele Rabbia, percussioni con Massimo Carrano, Enzo Laurenti. Nel 2000 inizia lo studio del didjeridoo australiano, si esibisce con l'australiano Ganga Giri. Suona in diverse formazioni jazz e tango, parallelamente sviluppa progetti per musica d'ambiente e sonorizzazione di spettacoli teatrali e di mimo. Ha tenuto seminari nelle scuole medie inferiori di introduzione alla musica jazz. Svolge ricerche riguardanti l'applicazione in musica di materiali ed oggetti di recupero.